Mi telefonò uno con l’accento toscano. «Mi chiamo Mauro Valenti, mi ha dato il tuo numero Tizio, mi servirebbe una mano». La mano che serviva era accelerare le procedure di visto per una band di palestinesi sparsi in Stati diversi in quanto profughi. Feci delle telefonate. Scocciai diversi conoscenti. Tre visti su quattro arrivarono in [&hellip
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